Viene chiamato comunemente tassodio o anche cipresso calvo per la caducità delle sue foglie (“disticum perchè i rametti laterali dono portati distici). Molto longevo il tassodio raggiunge e supera i 1.000 anni: Brown (1996) riporta un esemplare di 1.626 anni.
Morfologia
Dimensione e portamento
É un albero alto 30-40 (45) m. e con diametri di 90-150 cm. (eccezionalmente fino a 3-4 m). É considerato una specie ad accrescimento lento tuttavia, in buone condizioni, supera i 5 m nei primi 10 anni di vita.
Ritidoma
É fibroso, di colore bruno rossastro e con lunghe screpolature longitudinali poco profonde.
Rami e gemme
La chioma è piramidale nelle piante giovani ma con l’età diviene più irregolare; il tronco è cilindrico. I rametti laterali sono lunghi 5-10 cm, sono privi di gemme e sono portati alterni e distici; le gemme dei rami perenni sono piccole e perulate.
Foglie
I rami fertili hanno foglie molto corte, appressate e quasi squamiformi; su tutti gli altri rami le foglie sono aciculari, di colore verde giallastro, lunghe 10-17 mm; sono portate alterne o sparse e distiche sui rametti laterali, rade e spiralate sui macroblasti; sono anfistomatiche ma con netta prevalenza di stomi nella pagina inferiore. Esse non sono persistenti ma cadono nell’autunno dopo essere divenute rosso brunastre; quelle dei rametti laterali cadono insieme al rametto stesso.
Legno
Il legno è leggero, tenero, l’alburno è biancastro mentre il duramen è colorato dal rosa al bruno; è molto durevole (specialmente quando immerso in acqua) e di facile lavorabilità ma non eccessivamente resistente alle sollecitazioni. viene molto usato per costruzioni, per rivestimenti, per traversine ferroviarie, nella costruzione di serre, di imbarcazioni, ecc.
Apparato radicale
L’apparato radicale costituisce la caratteristica più saliente della specie: è formato da radici primarie discendenti che provvedono all’ancoraggio e da radici superficiali molto sparse e numerose, da cui emergono, a partire dall’età di 20-25 anni e su suoli fortemente umidi o paludosi, delle protuberanze colonnari che prendono il nome di “ginocchi” o “pneumatodi” o “pneumatofori”. La spiegazione più ovvia ed immediata della loro funzione, come d’altra parte indica chiaramente il nome dell’organo, era quella che servissero per agevolare la respirazione dei tessuti radicali nelle condizioni asfittiche dei terreni paludosi; non è stata però evidenziata una correlazione univoca fra queste strutture e la respirazione dei tessuti radicali; probabilmente gli pneumofori, pur favorendo l’afflusso di aria, giocano un ruolo molto importante nel migliorare la stabilità della pianta quando essa cresca in terreni decisamente poco coerenti. Anche l’apparato radicale di Glyptostrobus pensilis produce “ginocchi” che emergono dai terreni paludosi delle rive dei fiumi.
Riproduzione
Organi riproduttori
I conetti maschili sono lunghi e penduli, ricordando cosi un amento, con i microsporofilli in coppie opposte e distiche; i macrosporifilli, inseriti in una spirale, sono riuniti in coni più o meno globosi; ogni macrosporofillo porta 2 ovuli. L’impollinazione avviene tra marzo ad aprile. La maturazione è annuale. gli strobili maturi sono subsessili, hanno diametri variabili da 20 a 30 mm, sono subglobosi, glabri, rugosi; di solito si disfano alla disseminazione. le squame sono peltate ed hanno uno scudo gibboso solcato da nervature radiali nella metà superiore e con un breve mucrone al centro.
Seme, germinazione e plantula
I semi hanno un diametro di 6 mm, sono di forma irregolare, con un’ala triloba; relativamente pesanti (1.000 semi pesano quasi un centinaio di grammi), hanno scarsa capacità dispersiva; sono dormienti e richiedono un lungo periodo di chilling (3 mesi); la loro capacità germinativa è intorno al 40-50%. La presenza di acqua sulla superficie del suolo è fondamentale per la germinazione, se sommersi da acqua, tuttavia i semi non sono in grado di germinare pur mantenendosi vitali anche fino ai 30 mesi. La germinazione è epigea e la plantula con 5-9 cotiledoni, deve crescere velocemente in modo da lasciare almeno gran parte della sua chioma fuori dall’acqua per buona parte della stagione vegetativa. fino ai 50-60 anni un tassodio può produrre, alla sua base, dei polloni che in genere muoiono dopo pochi anni ma che, in condizioni particolari (per esempio dopo la ceduazione dell’albero) possono sostituire il precedente esemplare.
Corologia
É largamente distribuito nelle pianure atlantiche dalla North Carolina alla Georgia, occupa tutta la Florida e le grandi pianure del Golfo del Messico fino al Texas occidentale, per lo più ad altitudini non superiori a 30 m ma, risalendo lungo la vallata del Mississipi fino all’Illinois, raggiunge quote di 150 m mentre nel Texas occidentale si ritrova ad altitudini di 300-500 m.
Ecologia
É specie eliofila, calcifuga, ottima nei terreni paludosi ma anche per le rive dei corsi d’acqua, sopporta bene temperature invernali basse ma esige estati umide e calde. L’optimum di crescita è su suoli planiziari argilloso-sabbiosi, molto umidi ma relativamente ben drenati; però in queste condizioni subisce la concorrenza di numerose latifoglie (da Nyssa aquatica e Ulmus americana a diversi aceri e querce) per cui il tassodio è costretto ad adattarsi essenzialmente ai terreni paludosi. dal momento che tollera un certo grado di salinità, è diffuso anche nelle paludi costiere anche se in queste condizioni la crescita rimane ridotta. non esistono significative avversità e malattie di origine biotica.
Utilizzazioni
É stato uno dei primi alberi americani introdotti in Europa a scopo ornamentale (1640); viene talvolta usato in rimboschimenti di terreni paludosi come nelle bocche del Rodano in Francia. Per l’Italia, la prima segnalazione risale al 1760 (Maniero, 2015) ma i tentativi fatti per riprodurre legname non hanno avuto grande successo; si possono ricordare alcuni impianti sul Lago Maggiore, sul Lago d’iseo (bellissimo bosco a Paratico) e in Versilia a Migliorino pisano. Ha invece avuto un notevole successo nei parchi paesaggistici come albero delle zone umide.